L’Equality Act, emanato nel Regno Unito nel 2010, rappresenta un punto cruciale per garantire la parità di trattamento in diversi ambiti, incluso quello digitale. In Italia, un ruolo simile è svolto dalla legge Stanca, che impone l’adeguamento dei siti web e delle applicazioni digitali per garantire accessibilità a tutti, in particolare alle persone con disabilità.
Leggi l’articolo per conoscere la normativa e scoprire le migliori soluzioni per contribuire alla rivoluzione digitale.
Che cos’è l’Equality Act e perché è rilevante
L’Equality Act è una legge chiave del Regno Unito che consolida e unifica diverse normative antidiscriminatorie. Essa include disposizioni specifiche per evitare ogni forma di discriminazione, tra cui quella legata alle disabilità, garantendo che i servizi e le piattaforme digitali siano accessibili a tutti. In particolare, l’Equality Act 2010 disability impone che i siti web e le applicazioni siano progettati in modo inclusivo, assicurando che anche gli utenti affetti da diverse patologie possano fruirne senza ostacoli.
Per esempio, le aziende devono considerare soluzioni tecniche e pratiche che consentano a tutti di accedere agli stessi contenuti, anche in formato digitale, affinché piattaforme e strumenti siano accessibili e facilmente fruibili.
Un aspetto importante è l’obbligo di fornire adeguamenti ragionevoli. Questo significa che i datori di lavoro e i fornitori di servizi devono intervenire per eliminare o ridurre le barriere che impediscono alle persone con disabilità di partecipare pienamente alla vita sociale e lavorativa. Gli adeguamenti possono spaziare da modifiche strutturali nei luoghi di lavoro a miglioramenti digitali sui siti web e piattaforme online, garantendo così a tutti gli utenti un accesso equo. Il mancato rispetto di questo obbligo è considerato discriminazione.
In Italia, l’equivalente della normativa è rappresentato dalla legge Stanca, che riguarda principalmente le Pubbliche Amministrazioni, ma coinvolge anche aziende private. Al fine di unificare le norme relative l’accessibilità digitale sul territorio europeo, oltretutto, un’ulteriore direttiva per il 2025: l’European Accessibility Act. È chiaro, dunque, che quello dell’accessibilità è un tema caldo e a cui bisogna prestare particolarmente attenzione.
L’adeguamento alle normative non va però inteso soltanto come un obbligo legale, ma diventa un’opportunità strategica, in quanto i siti conformi migliorano la loro usabilità, risultando più facili da navigare per tutti gli utenti. Questo permette alle imprese di migliorare la loro immagine e di raggiungere un pubblico più ampio. Ma quali altri benefici tali pratiche apportano? Lo vediamo di seguito.
I vantaggi di un sito accessibile
Adeguare il proprio sito alle normative previste dall’Equality Act UK, così come quelle della legge Stanca, offre diversi vantaggi tangibili. Prima di tutto, un sito accessibile migliora sensibilmente l’esperienza per tutti i visitatori, non esclusivamente per coloro che ne hanno necessità. Un design ben strutturato e accessibile garantisce una navigazione più fluida, riducendo il rischio che gli utenti abbandonino il sito a causa di difficoltà tecniche o di accessibilità. Questo si traduce in un aumento delle conversioni e in una maggiore fedeltà del cliente.
In secondo luogo, un sito conforme agli standard di accessibilità migliora il proprio posizionamento SEO (Search Engine Optimization). I motori di ricerca, infatti, premiano i siti con un’architettura chiara e contenuti facilmente accessibili. Ciò può tradursi in un incremento significativo del traffico organico. Infine, adeguarsi alle normative riduce notevolmente il rischio di sanzioni legali, che possono arrivare fino al 5% del fatturato aziendale, come previsto dalla legge Stanca. Ciò rende l’accessibilità non solo una necessità etica, ma anche una priorità finanziaria e strategica per le aziende.

Come adeguarsi alle normative
L’adeguamento alle normative internazionali sull’accessibilità digitale, come l’Equality Act e la Legge Stanca, richiede che le aziende adottino misure specifiche per garantire che i loro siti web siano accessibili. In questo contesto, le World Content Accessibility Guidelines (WCAG) offrono un quadro di riferimento fondamentale: si tratta di linee guida che coprono vari aspetti dell’accessibilità, inclusi l’organizzazione delle pagine, la navigazione, l’interattività e la fruibilità dei contenuti.
La conformità a tali normative non riguarda solo le Pubbliche Amministrazioni, ma anche tutte le aziende che vogliono migliorare la loro presenza digitale. Implementare le linee guida non è sempre semplice, soprattutto per chi non ha esperienza specifica in questo campo. Vediamo gli strumenti di cui possono servirsi le organizzazioni che intendono compiere questo importante passo verso un futuro inclusivo per adeguare i propri canali digitali.
Soluzioni per l’accessibilità digitale: l’importanza del supporto specializzato
Per le aziende che devono adeguarsi alle normative in tempo, è essenziale affidarsi a soluzioni tecnologiche avanzate e a un supporto consulenziale esperto. Per quanto riguarda la legislazione italiana, il pacchetto Stanca e la soluzione di Rimediazione permettono di adeguarsi in modo rapido e su misura alle esigenze specifiche di ogni azienda.
Non solo questi strumenti garantiscono il rispetto dei principi di uguaglianza, ma migliorano anche la qualità complessiva del sito. Affidarsi a figure professionali esperte consente, inoltre, di affrontare ogni fase del processo con sicurezza e tranquillità, compresa l’Analisi di Accessibilità la redazione della Dichiarazione di Accessibilità entro le scadenze previste. Avere un supporto costante su tematiche così complesse permette alle aziende di risolvere eventuali dubbi o difficoltà in modo rapido ed efficiente.
Entro il 2025, tutte le aziende e Pubbliche Amministrazioni italiane dovranno conformarsi a queste normative per evitare sanzioni significative. okACCEDO, leader italiano nell’offrire soluzioni tecnologiche per l’accessibilità, mette a disposizione strumenti avanzati per aiutare le organizzazioni pubbliche e private a rispettare i principi della Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità e seguire le normative internazionali in materia di accessibilità.
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